lunedì 29 luglio 2013

UN POST UN BOSCO - 3

Della terza storia di 3BOSCHI, ho già parlato diffusamente in un altro post, che trovate qui, (per la cronaca il post più visitato del blog, maledetti tossicomani!) il quale oggi, dopo la lettura del libro, può forse risultare più chiaro. Ci trovate una sintesi delle teorie di Jeremy Narby su sciamanesimo e biologia, che hanno costituito il punto di partenza di questa storia.
Ma non era evidentemente la chiarezza l'aspetto che più mi interessava nella storia del serpente cosmico.
Innanzitutto raccontare la foresta più impenetrabile del pianeta, tanto che il concetto di labirinto risulta inadatto e ridicolo in questo caso. Per questo il rapporto con essa doveva essere del tutto mentale. Sprofondare in un trip empatico, non semplicemente psichedelico, attraverso vertigine e intuizione.


Lo ripeto per l'ennesima volta. Non ho la minima idea se le teorie di Narby abbiano il benchè minimo fondamento. E' già un problema sufficientemente grande dover scrivere e disegnare un fumetto, per imbarcarsi in una simile ricerca. Non so se sia corretto dal punto di vista antropologico, associare tra loro antiche forme sciamaniche quali il caduceus, il bastone con i serpenti attorcigliati o l'axis mundi, il luogo o l' albero che sostiene il mondo. Tutte queste forme comunque, hanno in comune il mettere in comunicazione mondi differenti: animale e vegetale, cielo e terra.




L'associazione con la medesima forma che svolge una analoga funzione comunicativa nella biologia, il DNA, può sembrare un mero gioco intellettuale, anche se affascinante. Ma io volevo scrivere una storia, quindi mi sono unicamente lasciato trasportare dall' aspetto poetico di queste teorie, e soprattutto da quello politico, che risiede nella necessità di una tale visione al giorno d'oggi.
Il nostro pianeta non riesce più a sostenere il peso dei nostri consumi insensati. Non importa se le cose non stanno proprio in questo modo, ciò di cui abbiamo più bisogno oggi, se vogliamo continuare ad esistere, è proprio l'empatia.

Ecco, sarebbe bello scoprire che l'Yggdrasil, il nostro axis mundi, non è immenso, ma infinitamente piccolo, avvolto e accartocciato dentro ciascuno di noi come dentro ogni altra forma di vita.


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