martedì 23 luglio 2013

UN POST UN BOSCO - 2

L'idea di un libro che fosse una raccolta di storie ambientate nei boschi, ha preso corpo quando ho cominciato a ragionare sui racconti di guerra di mio padre. Che dico, sull'unico racconto di guerra, altrimenti forse non sarei qui, ora. Una storia di guerra super-minimalista, quasi senza guerra. Un otto settembre diverso rispetto a quello reso famoso da "Tutti a casa"di Comencini, con un viaggio percorso in senso contrario. Non attraverso la guerra, da nord a sud, ma dietro la guerra da sud a nord. Una storia sullo sbando e sul caso, tutta incentrata su due antieroi che subiscono il corso degli eventi, talmente disorientati dalla fine improvvisa di un epoca, da arrivare sempre in ritardo su tutto.
Mi affascinava soprattutto l'idea di ritrovarsi nel medioevo dalla sera alla mattina. Un effetto poco considerato di solito in questo genere. Niente sangue, atrocità, di cui la Seconda Guerra Mondiale è stracolma, ma un semplice interruttore che scatta. Off. Tutto spento. Addio civiltà. Da oggi si torna ad essere animali. A piedi nei boschi, sperando di riuscire a tornare a casa.

Ecco i veri personaggi della vicenda in una foto a Cava dei Tirreni anno 1941. Mio padre al centro e sulla sinistra il vero Massimo.


Ho avuto questa foto a storia già molto avanzata, quindi il suo "avatar", anche per esigenze di differenziazione dei personaggi, non corrisponde affatto. Mi pareva giusto offrirgli uno spazio almeno qui.

All'inizio avevo pensato anche alla possibiltà di ripercorrere a piedi l'itinerario scritto sul libro di mio padre, per prendere disegni, appunti o creare un parallelo temporale.


Calma Frank, mi sono detto. Così fa troppo "Maus" de noantri. Vuoi vedere quei posti? C'è Google Maps. E' gratis. E' veloce.
Ok. Eccomi in cima al Monte Li Foj.


Eccomi a Balvano come doveva apparire all'epoca.


Sono stato anche a Potenza, e tutto solo per una scivolata.
Sai al cinema quanto mi costava...




Nessun commento:

Posta un commento